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CTH 484

Citatio: F. Fuscagni (ed.), hethiter.net/: CTH 484 (TX 07.10.2013, TRit 02.02.2017)



§27'
251
--
251
A
Vo IV 12' [ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ]
251
B2
Vo IV 46 [ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
252
--
252
A
Vo IV 13' na-aš ne-pí-ša-aš pí-di [ _ _ _ _ _ _ ]
252
B2
253
--
[ ... ]
253
A
Vo IV 13' [ ... ]
253
B2
Vo IV 47 [ ca. 5-6 segni
254
--
254
A
254
B2
Vo IV 47 [ _ _ _ _ _ _ n]e-pí-ša-aš 4-aš GIŠa-ri-im-pa[-aš] Vo IV 48 []
255
--
255
A
Vo IV 15' ne-pí-ši-ia am-ba-aš-ši [ _ _ _ _ ]
255
B2
Vo IV 48 []
255
C
256
--
256
A
Vo IV 15' [ _ _ _ _ _ ] Vo IV 16 1 SILA4 ši-pa-an-ti
256
B2
Vo IV 48 [ ... ]x[ ... ] Vo IV 49 []
256
C
1' ... ] 2' [ ... -a]n-ti
257
--
257
A
Vo IV 16' nu x120[ ... ] ¬¬¬
257
B2
Vo IV 49 [ ... -]eš/MEŠ-pát ḫa[-]
257
C
258
--
258
A
Vo IV 17' nu ma-aḫ-ḫa-an zi-[in- _ _ _ ]
258
B2
Vo IV 50 []
258
C
3' [ _ _ _ _ _ ] zi-in-na-i
259
--
259
A
Vo IV 17' [ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ] Vo IV 18' [n]e-ia-an-zi
259
B2
Vo IV 50 [ _ _ _ _ IGIḪI.]A-wa EGIR-pa [ _ _ _ _ ]
259
C
3' nu[(-) ... ]
260
--
260
A
Vo IV 18' [ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ]
260
B2
Vo IV 51 [ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ]121
260
C
4' [ _ _ -m]a-aš kat-ta-an [ ... ] ¬¬¬
261
--
261
A
Vo IV 19' [a]n-da i-mi[- _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ]
261
B2
Vo IV 52 [ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ]-u-i
261
C
5' [ _ _ _ _ -i]a-an-da-ia kat-t[a(-) ... ]
262
--
262
A
Vo IV 20' [na]-aš EGIR [SISKUR _ _ _ _ _ ]
262
B2
Vo IV 52 na-aš EGIR [SÍSKUR _ _ _ ]
262
C
5' [ ... ] 6' []
263
--
263
A
Vo IV 20' [ _ _ _ _ _ _ _ ] Vo IV 21' [da-]a-la-ḫu-ul-z[i-ia _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ] Vo IV 22' [a-n]a-ni-eš-ḫi-ia [ _ _ _ _ ]
263
B2
Vo IV 53 [ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ -a]ḫ-ḫu-ul-zi-i[a _ _ _ ] Vo IV 54 []x123[-]iš-ḫi-ia ú-ni-ḫi-i[a]
263
C
264
--
264
A
264
B10+2
264
C
265
--
265
A
265
B10+2
Vo IV 56 [ ... am-]ba-aš-ši 1 SILA4 ke-el-[ _ _ _ _ _ _ _ ] ¬¬¬
265
C
9' [ ... ] ¬¬¬
§27'
251 -- [Quando (il sacerdote esorcista) finisce/Quando si finisce],
252 -- li (sc. le statue degli dei) portano giù nel luogo del cielo (cioè: nel luogo dove si svolge l'evocazione dal cielo)60.
253 -- [ . . . ],
254 -- (il sacerdote esorcista) [brucia/liba] un agnello e un pane grosso per i quattro pilastri61 del cielo
255 -- anche al mare per il sacrificio ambašši [brucia . . . e . . . ]62
256 -- anche per il keldi [ . . . ] (e) un agnello liba,
257 -- [ . . . ] . . [ . . . ]
258 -- Quando finisce,
259 -- gli dei [volgono] indie[tro] gli occhi,
260 -- [si spargono] per lo[ro]
261 -- [e si vers]ano (per loro) (le sostanze alimentari) mescolate insieme63.
262 -- Allora egli (sc. il sacerdote esorcista) [inizia il 'rituale] secondario':
263 -- un uccello per il ḫuwalzi- [e per il tala]ḫulzi-, un uccello per il [ . . . ]-ri e per il ḫari-, [un uccello(?) per lo an]anešḫi- (e) per lo uniḫi.
264 -- Inoltre presso la porta di Zip[palanda] [raccoglie/raccolgono] t[utt]i(?) i puriyanza della città
265 -- [ . . . per il sacrificio am]bašši e per il keldi un agnello l[iba].
Anche se nella maggior parte dei casi è attestata la forma plurale, non si può escludere del tutto la presenza di una forma singolare zinnai, come si verifica alla fine della sezione relativa all'evocazione dai fiumi (B. IV 28).
Meno probabile šipanti.
La collazione sulla foto mostra la presenza del segno nu (seppur parzialmente abraso) che non è riportato nell'autografia in KUB 15.
Qui inizia Bo 4070.
In lacuna vengono probabilmente citati uccelli oppure pani sottili.
Haas – Wilhelm 1974, 168 leggono il segno -ká[n seguendo le tacce presenti sull'autografia. Anche dalla foto sembra di intravedere tracce di segni orizzontali che possono suggerire una lettura -kán. Il segno ši o ar presente nel testimone D non sembra perciò concordare con A.
Haas – Wilhelm 1974, 169 n. g). La riga di paragrafo sulla foto risulta molto debole e appena visibile, come se lo scriba l'avesse tracciata senza troppa convinzione. È possibile che si tratti di un errore e si è, quindi, preferito non considerare quest linea di paragrafo. Del resto, sulla base dei passi paralleli delle altre sezioni, i due periodi presenti in B. Vo IV 51 e 52 sono strettamente connessi tra loro e una linea di paragrafo non sembra avere senso.
L'integrazione di questo termine rituale hurrita risulta impossibile dal momento che ḫariya è sempre preceduto dalla coppia ḫuwalziya dalaḫḫulziya, ad eccezione che in KUB 15.34+ IV 34' = KUB 15.33b++ , dove è preceduto da enumaššiya.
Qui inizia Bo 69/56 Vo IV.
Sulla porta di Zippalanda cfr. Pierallini 2002, 270 con n. 5. Se, seguendo Pierallini, teniamo presente che all'esterno della porta di Zippalanda vi era uno degli edifici tarnu (i restanti tre si trovano presso le altre porte urbiche di Hattusa: ašuša, puhla e Tawiniya) che sarebbe da identificare o da connettere strettamente con il tarnaluli-, risulta interessante mettere in evidenza il parallelismo con la parte finale di CTH 483, dove si dice che le statue delle divinità vengono portate al tarnaluli – anche se in questo caso non viene specificato presso quale porta si svolge l'azione rituale –, precedute da una processione di musici e cantori (cfr. KUB 15.34+ Vo IV 53-54).
In lacuna vi sarà probabilmente una forma del verbo nāi- il quale in combinazione con 1-etta, acquista il significato di “raccogliere insieme, riunire” (cfr. CHD L-N, 361b). L'espressione, comunque molto rara, è finora attestata soltanto in testi storici nel senso di riunire truppe o popolazioni.
Haas 1998, 41: ḫu-i[m-.
Diversamente CHD P, 367 s.v. peda-: “perhaps a place named 'sky' is in view”.
Contra Girbal 2002, 262-263 e Haas 2003, 277, che identificano GIŠarimpa- con l'albero del cedro, l'interpretazione proposta segue Groddek 2002, 126-128, le cui argomentazioni sono decisamente più convincenti. Una traduzione “Stütze; Säule” è infatti preferibile sia nei casi in cui GIŠarimpa- compare come epiteto del tabarna, ovvero KUB 28.8+ 10'-12' = KBo 17.22 Vo 14'-16' (CTH 736) e KUB 12.43, 6' (CTH 457.3), nei quali il sovrano sarebbe definito come il “pilastro del paese”, sia nei casi in cui GIŠarimpa- compare insieme a vocaboli legati all'ambito architettonico o che comunque definiscono parti di edifici od oggetti a questi appartementi, ovvero VBoT 58 IV 15-16 = KUB 53.20+ 3'-4' (CTH 323) e IBoT 2.129 Ro 4-5, dove GIŠarimpa- sarebbe da identificare con uno dei pilastri o colonne di legno che sostengono l'edificio. Per le altre attestazioni, in gran parte in contesti molto frammentari si rimanda a Groddek, cit.
In base ai precedenti passi paralleli oggetto dell'offerto sono uccelli e pani sottili oppure uccelli e un agnello.
Cfr. nota al kolon 184.

Editio ultima: Textus 07.10.2013; Traductionis 02.02.2017